OSINT e SNA : le investigazioni digitali nella moderna attività di contrasto al crimine

Da molte settimane rifletto sull’importante delle investigazioni digitali nella moderna attività di contrasto al crimine , uno scenario in cui strumenti come OSINT ( Open Source Intelligence ) e SNA ( Social Network Analysis ) sono di ausilio alle forme più tradizionali di contrasto al crimine.

In queste brevi considerazioni ho riflettuto soprattutto sulle riflessioni del Dott. Testai dirigente del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica ( GIPS ) del Triveneto. 

“La mafia è composta di esseri umani, con le loro esigenze, i loro desideri, i loro comportamenti che si evolvono nel tempo.” diceva Giovanni Falcone e questa definizione è assolutamente vera per qualsiasi associazione criminale di qualsiasi latitudine, etnia, composizione.

Le associazioni criminali son composte da persone e le persone sono, per loro natura, mutevoli, dinamiche e adattabili ai tempi che cambiano.

La società moderna, in tal senso e con riferimento a quanto di interesse in questo breve approfondimento, è divenuta una grande comunità tecnologica, virtuale e senza confini, all’interno della quale i rapporti sociali, anche quelli di stampo prettamente criminale, si sono evoluti trasformando principalmente ed in primissima battuta le modalità di comunicazione e scambio che si son trasformate da vis a vis a digitali e virtuali.

Gli sms, le chiamate, le videochiamate hanno sostituito, in un processo di digitalizzazione che la recente pandemia non ha che velocizzato, gli incontri, le riunioni in presenza, gli scambi di visu.

Le organizzazioni criminali, che al loro interno hanno conservato la tradizionale struttura gerarchica e piramidale, all’esterno – manifestando una grande capacità di comprensione delle enormi possibilità di guadagno e crescita connesse allo sviluppo dell’economia ai tempi della società digitale – han capito che per poter continuare a infiltrarsi nei settori economico-produttivi era necessario divenire attori della società digitale, società all’interno della quale hanno saputo cercare coloro che avrebbero potuto agevolare, velocizzare e facilitare il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione stessa.

“In fondo”, afferma il Dott. Testai – dirigente GIPS per il Triveneto- nel suo intervento al primo convegno nazionale di Osint del 30 novembre scorso “non molto è cambiato: per le attività di riciclaggio, reimpiego, finanziamento illecito le organizzazioni criminali e terroristiche hanno sempre avuto bisogno di soggetti compiacenti che potessero mettere a disposizione le proprie competenze per le finalità dell’organizzazione. Quello che è cambiato, nella complessa era digitale, è il contesto.”

E prosegue: “Per poter operare utilmente nei mercati finanziari organizzati, complessi e strutturati di tutto il mondo e nei settori più appetibili dell’economia globale, per poter entrare in contatto con la Pubblica Amministrazione italiana – che ha sempre più una proiezione europea, basti pensare alla gestione dei fondi comunitari e dei finanziamenti europei – è necessaria la collaborazione di soggetti, che pur estranei all’associazione siano funzionali agli obiettivi della stessa e capaci di operare all’interno di scenari complessi. Figure specializzate che, si ribadisce, non sono intranei all’organizzazione criminale, non ricoprono una posizione nelle gerarchie criminali, ma che hanno le competenze che servono alle organizzazioni”.

Il cosiddetto “facilitatore”, ben descritto per la prima volta nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia del 2017 come «soggetto intermedio ed autonomo, a suo modo un professionista nel mondo delle opere e dei servizi pubblici» non è identificabile come mafioso tout court ma piuttosto come soggetto capace di muoversi per oliare autorizzazioni e appalti utilizzando relazioni consolidate, conoscenza dei contesti e delle leggi. 

“Trattasi spesso di professionisti qualificati che avevano un passato nel settore pubblico, ex politici o para-politici, ex funzionari pubblici, che, con la pregressa pratica, hanno imparato a conoscere la macchina degli apparati pubblici, i suoi tempi, i suoi meandri, i suoi passaggi. Ed hanno, quindi, amicizie nel descritto contesto, come nelle organizzazioni che a loro si rivolgono per ottenere le loro prestazioni” si legge nella relazione del 2017.

“Quello che deve accendere la curiosità attorno alla figura del “facilitatore” è l’approccio investigativo attraverso il quale è possibile aggredire questa figura criminale per interromperne l’iter criminis” sostiene il Dott. Testai nel suo appassionante intervento .

Prosegue affermando che “Il rapporto stretto tra gli intranei all’organizzazione ed i vari facilitatori non è basato su amicizia, parentela, rispetto, elementi capaci di cementare indissolubilmente le relazioni come succede all’interno delle organizzazioni; trattasi, al contrario, di legami deboli, funzionali solo all’attività di infiltrazione criminale in quella particolare situazione ed in quel particolare momento”. 

“Riuscire ad orientare l’investigazione in questo senso, ossia cercare di individuare e colpire queste figure, potrebbe valere a stroncare sul nascere i tentativi di infiltrazione e di finanziamento di attività criminali; Come detto, infatti, i “facilitatori” stringono legami deboli con l’organizzazione e per questo motivo le attività di contrasto che hanno come obiettivo i “facilitatori” potrebbero risultare meno articolate, complesse e forse anche meno lunghe non essendo organici alle consorterie criminali e non beneficiando pertanto della protezione che discende dall’appartenenza all’organizzazione. Spesso, inoltre, non utilizzano le stesse accortezze degli affiliati per schermare la propria persona dalle investigazioni di polizia”.

La moderna società digitale è una realtà complessa nella quale il numero dei contatti e delle relazioni sociali è cresciuto a dismisura rispetto solo a qualche anno fa facendo venir meno i limiti territoriali e fisici e, in tal senso, l’organizzazione criminale può trovare quel che serve ed è funzionale ai propri obiettivi illeciti in qualunque parte del mondo intessendo rapporti e scambiando comunicazioni solo in rete, sul web, attraverso piattaforme e applicazioni sia ad ampissimo uso che maggiormente “di nicchia”.

In questo contesto, per ricostruire la rete di relazioni intessute da un’organizzazione criminale identificando, soprattutto, i legami deboli con quei soggetti che non hanno una posizione all’interno dell’organizzazione ma vantano una competenza funzionale agli obiettivi criminali dell’organizzazione è certamente necessario, nonché maggiormente efficace, utilizzare tecniche investigative non tradizionali come le tecniche di OSINT e di SNA (Social Network Analys).” 

Lo scopo principale delle attività di OSINT e di SNA è quello di individuare le entità e i soggetti che fanno parte di un’organizzazione, scoprire il ruolo e la funzione dei singoli, valutare il peso che questi ricoprono all’interno della struttura per poi svelarla nella sua complessità mettendo in evidenza anche gli obiettivi dalla stessa perseguiti.

Come già accennato il “peso” dei diversi attori non è sempre proporzionale alla “posizione” gerarchica rivestita all’interno di un’organizzazione: spesso alcuni individui hanno un “peso” maggiore di quello che sarebbe lecito aspettarsi in base alla “posizione” che occupano nella scala gerarchica e attraverso le diverse tecniche di investigazione delle fonti aperte l’investigatore digitale ha la fondamentale possibilità di determinare l’influenza del singolo all’interno del gruppo valutandolo indipendentemente dalla posizione occupata ma dalla reale attività esercitata.

Grazie alle investigazioni virtuali si riescono ad assestare colpi importanti al cuore pulsante dell’organizzazione, danneggiando in profondità la parte veramente operativa, i reali anelli di congiunzione tra l’associazione stessa ed i contesti, molteplici e differenziati, in cui l’organizzazione promuoverà le sue condotte criminose.

Nello svolgimento della sua professione l’investigatore contemporaneo si trova spesso ad analizzare BIG DATA ed ad approcciarsi con scenari articolati e complessi (basti pesare che si stima che oggi, in un solo giorno, viene prodotta la stessa mole di dati realizzati nella storia fino al 2003) che possono essere esaltati, analizzati e compresi solo attraverso l’utilizzo di strumenti specifici, software evoluti che permettono la lettura, l’analisi e l’individuazione di inferenze e correlazioni tra i milioni di dati in esame, software utilizzati da personale debitamente formato e costantemente aggiornato in questo tipo di investigazione. 

Le investigazioni digitali, ha spiegato il Dott. Testai, si rivelano, con sempre maggior frequenza, fondamentali nello svolgimento delle attività a contrasto del crimine organizzato svolte dalla Polizia di Stato che ha avuto il grande merito nonché la grande capacità di intuire il processo di “cambio pelle” delle mafie e di adottare strategie di intelligence ad hoc capaci si raccogliere, come fece Pollicino con le briciole” le invisibili tracce che ogni attore virtuale lascia nel web.

26 gennaio 2022

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