Nelle competizioni politiche o nei comizi è lecito criticare, disapprovare e screditare, anche con asprezza, le azioni degli avversari, esercitando così il fondamentale diritto di critica garantito dall’art. 21 della Costituzione, ma occorre pur sempre che si rimanga nei limiti della necessità dell’affermazione e della diffusione delle idee politiche. Tanto ha stabilito la Suprema Corte…